martedì 31 luglio 2007

Lottare per vincere la depressione

Il medico prescriverà spesso degli antidepressivi. Si tratta di farmaci preparati al fine di risolvere lo squilibrio chimico. un paziente, li ha usati ed entro qualche settimana il suo umore ha cominciato a migliorare. "Tuttavia ho dovuto cercare d’essere positiva per favorire l’effetto dei farmaci", ha detto. "Ora che avevo l’aiuto delle medicine, ero decisa a ristabilirmi. Ho anche seguito un programma quotidiano di esercizio fisico".
Gli antidepressivi, comunque, non sono sempre efficaci। Su alcuni hanno anche sgradevoli effetti collaterali. E anche se lo squilibrio chimico viene corretto, se non si corregge il proprio modo di pensare la depressione può insorgere di nuovo. Ad ogni modo, si può provare molto sollievo essendo disposti a . . .

Esternare i propri sentimenti
Sara sentiva molto il peso delle responsabilità familiari che ricadevano in gran parte su di lei, e anche la pressione del lavoro fuori casa. "Ma reprimevo i miei sentimenti", essa spiega. "Poi, una sera che mi sentivo disperata, telefonai alla mia sorella minore e per la prima volta in vita mia cominciai a dare sfogo ai miei sentimenti. Fu una svolta decisiva, perché quella telefonata mi recò un gran sollievo".
Quindi, se siete depressi, cercate una persona comprensiva con cui confidarvi. Può essere il coniuge, un amico intimo, un parente, un ministro religioso, un medico o un bravo consulente. Secondo uno studio i cui dati sono riportati nel Journal of Marriage and the Family, una cosa indispensabile per sconfiggere la depressione è "avere qualcuno a cui potersi rivolgere e con cui dividere i guai della vita".
È dolce avere un amico o un coniuge che parla con franchezza e vi aiuta a vedere le cose nella giusta luce। Può aiutarvi a mettere a fuoco un problema per volta.
Forse avete bisogno di qualcuno che, dopo varie conversazioni, possa indicarvi alcune mete a breve scadenza tali da suggerirvi i passi necessari per cambiare o modificare la vostra situazione al fine di ridurre o eliminare la causa della tensione emotiva.
Quando si lotta contro la depressione bisogna spesso combattere contro sentimenti di scarsa stima di sé. Come si può resistere efficacemente a questi sentimenti?

Apprezzarsi di più
Per esempio Maria, cadde in uno stato di depressione a causa di contrasti in famiglia. La sua conclusione fu: ‘Mi sento un verme. Non riesco a farne una giusta’. Questo pensiero era sbagliato. Se solo avesse analizzato le sue conclusioni, avrebbe potuto controbatterle con questo ragionamento: ‘Alcune cose le faccio bene, altre male, come chiunque altro. Ho fatto un paio di errori, e devo sforzarmi d’essere più previdente, ma non ingigantiamo le cose’. Facendo questo ragionamento, la sua stima di sé sarebbe rimasta intatta.
Quante volte quella voce interiore ipercritica che ci condanna è in errore! Alcuni dei tipici pensieri distorti che generano depressione sono elencati nell’accluso prospetto. Imparate a riconoscere questi pensieri errati e a controbatterli mentalmente.
Un’altra vittima della scarsa stima di sé era Gianna, una trentasettenne non sposata con figli. "Dovevo faticare parecchio per tirare su due maschi. Ma quando vedevo altre ragazze madri che si sposavano, pensavo: ‘Dev’esserci qualcosa che non va in me’", lei spiega. "Soffermandomi solo su pensieri negativi, questi si moltiplicavano a dismisura, così che finii in ospedale per curarmi la depressione".
Alcuni pensieri errati erano: ‘Il mio valore come persona dipende da quello che gli altri pensano di me’, ‘Non devo mai sentirmi ferito; devo sempre essere allegro e sereno’, ‘Devo essere il genitore perfetto’. Avevo la tendenza a essere perfezionista, quindi non appena ragionavo così pregavo Dio di aiutarmi a smetterla. Imparai che i pensieri negativi portano ad avere scarsa stima di sé, poiché si vedono solo i propri guai e non le cose buone che Dio ci ha dato. Costringendomi a evitare certi pensieri errati ho vinto la depressione". Avete qualche pensiero che dev’essere controbattuto o respinto?

È colpa mia?
Pur essendo molto depresso, Alessandro riusciva a insegnare in una scuola. Quando alcuni suoi allievi non superarono un importante esame di lettura, cominciò a pensare al suicidio. "Riteneva d’avere fallito", dice sua moglie Ester. "Gli dissi che non era colpa sua. Non si può avere successo al 100 per cento". Quell’insopportabile senso di colpa, comunque, gli chiuse la mente e lo portò al suicidio. In molti casi la persona esagera le proprie colpe ritenendosi responsabile, a torto, delle azioni altrui.
Anche nel caso di un figlio, un genitore può influire notevolmente sulla sua vita, ma non può controllarla del tutto. Se qualcosa non va come avevate stabilito, chiedetevi: È avvenuto qualcosa di imprevisto e di indipendente dalla mia volontà? Ho fatto tutto quello che ragionevolmente potevo nei limiti consentiti dalle mie risorse fisiche, mentali ed emotive? Mi aspettavo troppo? Ho bisogno di imparare a essere più ragionevole e modesto?
Alcuni nostri problemi emotivi possono trarre origine dal passato, specie se siamo stati vittime di ingiustizie. Siate disposti a perdonare e dimenticare. ‘Non è facile dimenticare!’, potreste pensare. È vero, ma è sempre meglio che rovinarvi il resto della vita rimuginando quello che non potete cambiare.
Anche Maria ha imparato a non pensare troppo al passato. Un tempo rimproverava la madre per come l’aveva allevata. La madre dava importanza a bravura e bellezza fisica, per cui Maria era una perfezionista, ed era portata a essere gelosa della sua attraente sorella.
"Alla base dei contrasti c’era questa gelosia latente, ma io credevo fosse colpa della mia famiglia se mi comportavo in quel modo. A un certo punto, però, pensai: ‘Che importanza ha stabilire di chi è la colpa?’ Forse ho dei tratti negativi dovuti al modo in cui mia madre mi ha cresciuto, ma l’importante è fare qualcosa in merito, smettere di comportarsi così". Il rendersi conto di questo fatto ha aiutato Maria a fare i necessari cambiamenti nel suo modo di pensare per vincere la lotta contro la depressione.

Il vostro vero valore
Tutto sommato, per combattere con successo la depressione bisogna avere una veduta equilibrata di quello che si vale. Falso orgoglio, non riconoscere le proprie limitazioni e perfezionismo sono tutti modi in cui sopravvalutiamo noi stessi. Bisogna resistere a queste tendenze. Evitate comunque di andare all’altro estremo.
Ma la cosa che più mi ha aiutato è stato il mio mutato modo di considerare la preghiera", rammenta Sara. "Un tempo pensavo che si potesse pregare Dio solo riguardo alle cose importanti e che non dovevamo seccarlo con problemi insignificanti. Ora sento di potergli parlare di tutto. Se sono nervosa perché devo prendere una decisione, gli chiedo di aiutarmi a essere calma e ragionevole. Mi avvicino ancor più a lui vedendo che esaudisce le mie preghiere e mi aiuta ad arrivare alla fine di ciascuna giornata e a superare ogni circostanza difficile".
In effetti, la certezza che Dio si interessa personalmente di voi, che capisce le vostre limitazioni e che vi darà la forza per affrontare ciascun giorno è il segreto nella lotta contro la depressione.

Voi volete dire la vostra? I metodi che voi avete usato funzionano? Parlatene affinche altri ne traggano beneficio.